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"Organismi assoluti" indaga le comuni strutture di base di due diverse forme di sapere: da un lato le scienze della vita, che oggi fanno ampio uso di concetti derivati dalla cibernetica e intendono la cognizione come un prolungamento delle risorse biologiche del vivente; dall'altro l'odierna filosofia di impronta continentale, esaminata in corrispondenza di alcune sue figure esemplari. Il confronto evidenzia come un vasto concetto di relazione, presente in biologia nella forma sistema/ambiente, si faccia rintracciare in Heidegger, convertito in senso esistenziale, nella forma Esserci/mondo; di nuovo in Gadamer operante sul terreno dell'interpretazione dei testi nella versione ermeneuta/tradizione e ancora in Merleau-Ponty, come co-implicarsi di corpo e mondo. Ma la presenza nella riflessione filosofica di schemi concettuali oggi centrali in campo biologico può constatarsi anche in corrispondenza di fasi più antiche della sua storia: in questo saggio la logica che nella "Fenomenologia dello spirito" sovrintende al costituirsi dello spirito come sapere assoluto è ricondotta a quella cui obbedisce l'evoluzione naturale così come è ripensata in alcune delle più recenti varianti del darwinismo.